Martedì 17 marzo, secondo giorno consecutivo di mercati finanziari come montagne russe: sprofondano di molto e si rialzano a fatica lasciando sul terreno le ceneri di miliardi di valute diverse andate in fumo, nonostante alcune banche centrali importanti (la Fed in primis,  Bce meno, Bank ok England, Bank of Japan) abbiano deciso di combattere la crisi economica scatenata dall’emergenza sanitaria, già attesa nel 2019 più che altro come effetto congiunto della guerra dei dazi e dei conflitti tra produttori petroliferi, con cannonate di Quantitative Easing e di acquisti in massa di titoli azionari in pochi giorni. Più di 800 sono miliardi di euro utilizzati rispetto a prima, 1500 miliardi quelli distribuiti alle banche. Ma i mercati non ci sono cascati e le montagne russe continuano. Come ieri, anche oggi sui mercati finanziari si manifestano gli effetti «devastanti» dell’epidemia di coronavirus soprattutto in Europa. È fallito il tentativo di cosiddetto rimbalzo di Milano (recupero momentaneo nell’ambito di un trend calante), la piazza è rimasta piatta con Fca che ha perso il -7%; giù anche l’euro sotto 1,10 dollari. Le Borse europee a metà seduta si sono rivelate le più negative, forti le vendite sui titoli del settore viaggi, assicurazioni e costruzioni. L’indice Zew tedesco, che raccoglie il sentiment degli investitori istituzionali sull’economia, è crollato oltre le attese a -49,5 punti a marzo. Anche se sempre oggi a Wall Strett, a inizio seduta, il tentativo di rimbalzo è riuscito, Il Sole 24 Ore ha sentenziato che è «caduto il castello di carta della finanza». Quanto la situazione sia diventata ingestibile e imprevedibile lo dimostrano anche le parole di Giulio Tremonti, ex ministro dell’economia nei governi Berlusconi: «Lagarde ha detto una cosa che magari corrisponde alla realtà: la Bce non serve più a fare nulla». Gli analisti sostengono che stavolta è diverso, non si tratta di una crisi finanziaria qualsiasi, ma di un’emergenza sanitaria per risolvere la quale è necessario fermare tutto. Ecco cosa manda in tilt la finanza. Sostiene Il Sole24Ore che non funziona più quella formula che ha imperato per un decennio: tassi bassi, liquidità abbondante e assuefazione ai rischi. È proprio vero, la salute viene prima di tutto.