Lega e Fratelli d’Italia chiedono al governo la chiusura di tutte le attività, ad eccezione di alimentari, farmacie, parafarmacie e delle industrie

Le misure introdotte dal governo per contenere la diffusione del nuovo coronavirus? Non sono sufficienti. Ad esserne convinti sono i leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che chiedono misure ancora più restrittive. Ovvero? «Chiudere tutto, così non basta», spiega Matteo Salvini, intervenendo nel corso di una diretta Facebook e aggiungendo: Porteremo le nostre proposte di modifica all’ultimo decreto del governo. Serve più coraggio. Che tradotto significa: far chiudere tutti gli esercizi commerciali, ad eccezione di alimentari, farmacie e parafarmacie. «Ho letto il decreto tutta la notte, non basta: leggo che possono rimanere aperti ferramenta, lavanderie, profumerie e tabaccherie. C’è la metro a Milano affollata. Le cose o si fanno o non si fanno», ha aggiunto a Radio24 l’ex ministro dell’Interno. La linea di Salvini è chiara: fermare il paese per due settimane, per il bene della salute pubblica, e poi ripartire insieme. «Altrimenti è la solita cosa». A chi lo potrebbe accusare di strumentalizzare la crisi sanitaria, replica: Da dieci giorni non stiamo facendo l’opposizione, stiamo facendo proposte. Un paio di settimane fa, la posizione del leader leghista era un’altra – tenere tutto aperto (musei, teatri, cinema…) –, cosa lo ha convinto a cambiare idea? «Quando i medici mi portano 30% aumento numero dei contagi e mi dicono se non limitiamo i contagi è una catastrofe, allora fermiamo tutto e sono stati gli stessi imprenditori a chiederlo. Tanti stanno chiudendo spontaneamente». A pensarla così è anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «Resta (quasi) tutto aperto. Di fatto si tratta solo di una modesta estensione del decreto approvato due giorni fa forse non c’era bisogno di andare in televisione ad annunciare novità epocali: in questo modo si rischia di creare solo ulteriore caos e sconcerto tra gli italiani. Sono ore difficili, ribadiamo la nostra volontà di collaborare ma chiediamo al Governo più serietà e meno smania mediatica». Dopo le critiche, le proposte: «Sospendere subito la scadenza del 16 marzo di Iva, contributi e tributi vari. Niente tributi, scadenze, cartelle, adempimenti finché non è finita l’emergenza coronavirus. Lo abbiamo già chiesto al governo, lo ripeteremo con determinazione oggi al tavolo tecnico con il ministro Gualtieri».