Quanto deciso dal governo – estendere le misure introdotte per la Lombardia e le undici province al resto del Paese – ha ricevuto il consenso di tutte le forze politiche. Nessuna esclusa. Dalla Lega, a Fratelli d’Italia, passando per Italia Viva: «Siamo convinti sia la scelta giusta», ha commentato l’ex premier, Matteo Renzi. «Il governo ha fatto molto bene. Ora bisogna stare a casa e non uscire se non per motivi indispensabili», ha detto, invece, il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Un’unità di intenti necessaria, in un momento d’emergenza come quello attuale, dove bisogna lavorare insieme per contenere la diffusione del nuovo coronavirus. Serve collaborazione. Proprio per questo motivo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato oggi i leader di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per ascoltare le loro proposte. Cosa chiedono? Misure leggermente più drastiche rispetto a quelle adottate fino ad adesso: la chiusura di tutte le attività – fatta eccezione per quelle considerate di vitale pubblica necessità –, per due-tre settimane. Insomma, il centrodestra chiede di applicare “il modello Codogno”, la cittadina dove è stato registrato il primo caso di nuovo coronavirus in Italia (a proposito, le condizioni del cosiddetto paziente uno sono migliorate). Se applicata, la misura avrà un impatto inevitabile sull’economia italiana, che andrà sostenuta, «con una copertura economica totale dallo Stato, dall’Unione europea e dalla Banca centrale europea», spiegano i leader del centrodestra. Meloni chiede anche la nomina di «un commissario straordinario con poteri di ordinanza sul modello di Guido Bertolaso dopo il terremoto a L’Aquila» e «la sospensione di tributi, mutui, bollette e pagamenti di ogni genere, cassa integrazione per tutti e ammortizzatori sociali per P.IVA». Le proposte del centrodestra non convincono il governo. Dopo aver incontrato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il leader della Lega Salvini si è detto «preoccupato», spiegando di aver «portato voci di chi chiede misure drastiche subito, di chiudere tutto subito per ripartire sani. Ma la risposta è stata no». «Quindi – ha concluso – totale incertezza».