Anmil, in occasione della Giornata internazionale della Donna 2020: nel 2019 +0,5% gli infortuni al femminile

In occasione della Giornata internazionale della Donna 2020, l’Anmil non ha mancato di far sentire la propria voce per richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro femminile e sulla tutela prevista per le donne che si infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale nonché per quelle che restano vedove a causa di un infortunio mortale del coniuge, pubblicando lo studio «Lavoro e infortuni al femminile: le differenze di genere». La realizzazione della ricerca nasce da una proposta del Gruppo Donne Anmil per le Politiche Femminili con il supporto dei servizi Statistico-informativi dell’Associazione. Nel 2019 gli infortuni sul lavoro che hanno coinvolto le donne sono aumentati del 0,5% rispetto all’intero anno 2018, pari a 229.865 infortuni sul lavoro. «A livello nazionale la situazione – dichiara il Presidente nazionale Anmil, Zoello Forni – non conforta». Certo il dato va anche osservato alla luce «dell’aumento dell’occupazione femminile e dell’ingresso delle donne in settori lavorativi ad alto rischio di infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente lavorazioni destinate agli uomini». Ma a tutto ciò «si affiancano i problemi legati alle gravi conseguenze socio psicologiche derivanti da un eventuale infortunio occorso alla donna e il difficile recupero dell’autostima che ne condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa». Ecco perché il presidente dell’Anmil ritiene «un dovere di tutti cercare di passare dalle parole ai fatti in tempi brevi, nel tentativo di migliorare concretamente la situazione». L’Anmil ha voluto poi avviare una riflessione sull’assicurazione contro gli infortuni domestici al fine di una sua revisione per renderla maggiormente adeguata alle esigenze delle donne lavoratrici. Attualmente sono esclusi dall’assicurazione coloro che svolgono altra attività che comporti l’iscrizione a forme obbligatorie di previdenza sociale. Limitazione che per l’Anmil è un’ingiusta negazione della duplicità dell’impegno lavorativo della donna che lavora sia fuori che nell’ambito della casa, restando esposta, senza tutele, ai rischi legati alla gestione domestica. Ecco perché si ritiene urgente una modifica normativa che consenta l’iscrizione anche di coloro che svolgono un’attività lavorativa esterna. Da superare anche il legame dell’assicurazione al lavoro in casa ed estendere la protezione assicurativa a tutte le attività comunque connesse alla cura della famiglia e la gestione domestica.