Le stime di IATA e Tourism Economist: sul settore aereo si potrebbe registrare un calo dei ricavi di 113 miliardi

All’indomani dell’annuncio del presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, che ha spiegato di esser pronto a «usare ogni strumento di policy per sostenere la crescita», assicurando che «nel Patto di Stabilità abbiamo flessibilità per fornire la risposta necessaria al coronavirus» e che «la clausola per gli eventi eccezionali può essere usata per consentire ai Paesi di deviare temporaneamente» e che «questa sarà pienamente utilizzata», enti e uffici studi continuano a cercare di prevedere gli effetti negativi del Covid-19 sui vari settori. Uno dei più compliti sarà senza dubbio quello aereo. In un previsione comunicata dalla IATA (International Air Transport Association), il virus potrebbe comportare una perdita dei ricavi – per effetto della diminuzione dei passeggeri – compreso tra i 63 ed i 113 miliardi di dollari. Riviste quindi molto al rialzo le stime avanzate 15 giorni fa, quando l’ente prevedeva perdite di circa trenta miliardi. In quello scenario, infatti, l’impatto era legato “solamente” ai mercati associati in qualche modo alla Cina, ma da quel momento il virus si è diffuso, raggiungendo ben 80 Paesi. Intanto anche Tourism Economist, società di consulenza di Oxford Economics, ha diffuso alcune stime sull’impatto che il coronavirus potrebbe avere sul turismo mondiale. Secondo le previsioni i viaggi potrebbero diminuire dell’1,5% facendo registrare il primo calo dal 2009, solo nella regione Asia-Pacifico si potrebbe registrare un -10,5%.