Decisione paradossale, in quanto azienda e sindacato hanno lo stesso obiettivo

Probabilmente andrà meglio con il prossimo provvedimento, almeno si spera, perché quello che emerge dalla lettura del decreto legge 9, appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, sul versante degli ammortizzatori sociali per le imprese delle aree e dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza coronavirus non convince assolutamente. L’articolo 13 del decreto legge, ad esempio, introduce delle norme speciali in materia di trattamento ordinario di integrazione salariale e di assegno ordinario per le imprese che hanno una sede nella decina di comuni della zona rossa fra Lombardia e Veneto o che hanno nel loro organico dipendenti che provengono da quella stessa area. Ebbene, a fronte di una diffusa richiesta di mettere in campo interventi importanti anche sotto il profilo finanziario, la risposta del governo, al momento, è stata quella di escludere l’obbligo di comunicazione e informazione nei confronti del sindacato, previsto da un articolo del decreto legislativo 148/2015, uno dei provvedimenti attuativi del Jobs act. L’unica altra agevolazione è data dalla tempistica di presentazione della domanda di accesso; il problema, però, è che, paradossalmente, mancando la fase del confronto con il sindacato, un datore di lavoro potrebbe trovarsi in difficoltà proprio nella gestione della procedura, soprattutto se non ha pregresse esperienze in materia di gestione degli ammortizzatori sociali.