Con l’alibi Coronavirus quasi 4000 in cigs in Alitalia. È la solita storia. I sindacati non ci stanno e guardano allo sciopero generale del 2 aprile

In letteratura si dice che è un classico, stessa cosa può dirsi per il mondo (o mercato) del lavoro: appena c’è aria di svendita o di crisi, su chi e su cosa le aziende tagliano per risparmiare e/o tamponare cali improvvisi e/o prevedibili di entrate? Facile, sui lavoratori e sul lavoro. Così ha deciso di fare anche Alitalia, che per la precisione è in commissariamento straordinario (e quindi con Commissario di nomina governativa), “complice” l’emergenza Coronavirus: nella procedura di cigs, aperta dall’azienda e comunicata ieri notte ai sindacati, dal 24 marzo al 31 ottobre, si è pensato di coinvolgere un numero di lavoratori maggiore di quello atteso, arrivando così a circa 4000 dipendenti (3.960 per la precisione). Dalla procedura saranno interessate, in particolare, le già previste 1.175 persone, di cui 70 comandanti 95 piloti e 340 assistenti di volo e 670 del personale di terra, e in più altre 2.785, di cui 143 comandanti, 182 piloti, 780 assistenti di volo, 1680 personale di terra. I sindacati – che per non appesantire l’emergenza Coronavirus e su richiesta della Commissione di Garanzia avevano rinviato lo sciopero generale del 25 febbraio al 2 aprile – non ci stanno alla luce di una trattativa lunga e estenuante, fatta di continue proroghe e di annunciate ristrutturazioni e spezzatini, di innumerevoli richieste di incontro, mai soddisfatte, al Governo per affrontare non solo la crisi del principale vettore italiano ma di tutto il Trasporto aereo, al quale nel frattempo si è aggiunto un altro tragico capitolo, Air Italy. Oggi il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha detto di confidare, «in una soluzione positiva» per Alitalia, anche se l’emergenza Coronavirus «incide fortemente sulla vendita dei biglietti» e «non agevola certamente il cammino del commissario Leogrande». Certo, ma a tutto e solo discapito del lavoro. Per i sindacati è strumentale fare riferimento alle criticità sanitarie in cui sta oggettivamente versando il nostro Paese per giustificare incrementi della Cigs, quindi di esuberi, visto che il Fondo di Solidarietà, ovvero il serbatoio finanziario degli ammortizzatori sociali, non ha risorse sufficienti per sostenere quasi 4000 persone in Cigs, fatto che dipende sempre da (mancate) scelte di Governo. È ancora più strano che tra tutti i tavoli indetti dal Governo giallorosso non ve ne sia neanche uno che affronti le criticità di un settore, quale quello del Trasporto aereo, così strategico per la crescita e per lo sviluppo del Paese.