I più ottimisti vedono nella possibile firma di una intesa legale fra i commissari straordinari e il gruppo franco-indiano di ArcelorMittal il primo tassello per la ripartenza dell’Ilva; i più realisti ricordano i tanti nodi ancora aperti, ad iniziare dal destino degli oltre 12mila dipendenti del colosso della siderurgia nazionale. Insomma, una partita che rimane, comunque, sempre molto aperta e dall’esito tutt’altro che scontato. Se le anticipazioni verranno confermate, entro la fine della settimana dovrebbe arrivare la firma sull’intesa legale fra la ArcelorMittal e i commissari, con la quale si supererebbe il duro contenzioso che si è aperto a settembre, quando, in seguito alla mancata previsione di uno scudo legale, i franco-indiani hanno manifestato la volontà di recedere dal contratto, aprendo così un forte contenzioso con lo Stato. Lo scudo legale, peraltro in forma molto ambigua (l’articolo escludeva i reati connessi alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, un chiaro riferimento al testo unico che sanziona pure le mancanza in materia di ambiente), era prima comparso e poi sparito dal decreto legge Imprese. Le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl hanno mostrato più volte di voler mantenere saldo il punto sugli occupati, con riferimento ai 10.700 addetti diretti di Ilva ai quali si aggiungono i 1.500 attualmente sotto il comando dell’amministrazione straordinaria.