Il leader di Italia Viva rilancia: «Se il premier riterrà di respingere le nostre idee, faremo un passo indietro»

Il governo Conte naviga a vista. Perché la tregua armata tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva Matteo Renzi – sancita dalla fiducia sul decreto intercettazioni e dall’annuncio di un incontro tra i due la prossima settimana – appare una vicenda estemporanea, che difficilmente porterà ad una riconciliazione tra le parti. Oggi, infatti, Renzi è tornato ad alzare l’asticella su Facebook, elencando i quattro punti che Italia Viva ritiene fondamentali per la tenuta della maggioranza: sblocco con i commissari dei cantieri fermi; eliminazione o modifica del reddito di cittadinanza («che non funziona»); una «Giustizia Giusta, per i diritti e contro il populismo giustizialista»; cambiare le regole per eleggere il Sindaco d’Italia, «dando cinque anni di stabilità al governo». Difficile che Conte possa cedere su tutto e, nel caso, aprirebbe lo strappo con Italia Viva. Non è un caso, allora, se ieri Matteo Salvini, rispondendo alle domande dei giornalisti a Pesaro e fiutando l’aria che tira, abbia osservato come il premier, più che l’agenda 2020-2023, dovrebbe preparare «gli scatoloni e andare a casa». A questo punto resta da capire quali risvolti la crisi di governo possa avere. Andare al voto subito è improbabile a causa del referendum sul taglio dei parlamentari in programma a fine marzo. A questo punto restano in piedi due ipotesi: un nuovo governo che conduca il paese a elezioni comunque il prima possibile, alla prima data utile, oppure un Conte ter sostenuto stavolta da un gruppo di “responsabili”. Quest’ultimo scenario, a dire il vero, è stato già respinto da Conte in più occasioni, ma a quanto pare – stando a diversi retroscena dei principali quotidiani – non si tratta di una possibilità poi così remota. Con ogni probabilità saranno i primi giorni di marzo a dirci se tali “responsabili” esistono davvero o no, quando cioè il presidente del Consiglio chiederà in Aula il voto su una risoluzione a favore del suo programma, l’agenda 2020-2023. Sarà anche l’occasione per capire se Italia Viva sarà effettivamente fuori dalla maggioranza. Una conta, insomma. Altro nodo da sciogliere, le prossime mosse del Pd. Sul fronte il leader dem, Nicola Zingaretti, non si è esposto troppo in queste giornate particolarmente convulse per la maggioranza. Tutto è rimandato alle prossime settimane. Si naviga a vista, appunto.