La ministra Dadone apre ai sindacati, ma il Mef rimane molto abbottonato

Un primo giro di tavolo per mettere in chiaro quelle che sono le singole aspettative, con l’obiettivo di trovare un denominatore comune fra le varie posizioni in campo. Dopo il confronto con la ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, sulle pensioni, è partito anche quello con la sua collega alla funzione pubblica, Fabiana Dadone. Come per il primo tavolo, anche in questo non è prevista una vera e propria traccia, se non l’obiettivo di arrivare con una sorta di memorandum di intesa alla vigilia della presentazione del documento di economia e finanza alla metà di aprile, che poi fungerà da base per la prossima legge di bilancio, salvo, naturalmente, complicazioni in corso d’opera. La ministra Dadone ha così incontrato a stretto giro di posta Cgil, Cisl, Uil, i sindacati dei dirigenti e quindi Ugl, Cisal, Confsal, Usb e le altre sigle di categoria. Soprattutto in questo terzo incontro non sono mancate pesanti critiche sull’ultimo rinnovo dei contratti collettivi, avallato proprio da Cgil, Cisl e Uil, che ha assolutamente garantito il recupero del potere d’acquisto perso dal 2009, e sulla stessa gestione delle relazioni sindacali, in particolare con l’immotivata esclusione di sigle rappresentative nella contrattazione di amministrazione. Oltre che di risorse per il nuovo contratto, si è anche parlato molto di assunzioni, formazione, riqualificazione professionale, semplificazione, dotazione strumentale.