Intesa Sanpaolo nella serata di ieri ha lanciato, a sorpresa, un’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca. Una mossa – arrivata a poche ore di distanza dalla diffusione da parte del gruppo bergamasco del Piano Industriale 2022, in cui annuncia, tra le altre cose, oltre duemila esuberi, la chiusura di 175 filiali e una riduzione degli sportelli full cash del 35% – che ha messo il turbo al titolo in borsa di Ubi, arrivato a registrare una crescita di oltre il 22%. Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro la fine dell’anno e, assicura Intesa Sanpaolo in una nota, permetterà al gruppo risultante di rafforzare il supporto all’economia reale e sociale consolidando il proprio ruolo di prima banca italiana con quote di mercato di circa il 20% in tutti i principali settori di attività, accrescendo la creazione e distribuzione di valore con la realizzazione di importanti sinergie senza costi sociali e con la riduzione del profilo di rischio senza costi straordinari per gli azionisti. «Intesa Sanpaolo – si legge ancora nel comunicato – considera UBI Banca tra le migliori banche italiane, radicata nelle regioni italiane più dinamiche, con rilevanti risultati conseguiti grazie all’eccellente lavoro svolto dal CEO e dal management e con un valido Piano di Impresa, che nel Gruppo risultante dall’operazione possono trovare non solo continuità di realizzazione ma anche ulteriore valorizzazione». Commentando l’operazione, l’ad di Intesa Carlo Messina ha spiegato che apre un nuovo capitolo della storia del Gruppo. «Vogliamo unire due eccellenze del nostro sistema bancario per dare vita a una nuova realtà leader nella crescita sostenibile e inclusiva».