Segno “più” per le vendite dell’intero anno

Come altri indicatori macroeconomici, a dicembre anche le esportazioni hanno registrato una flessione congiunturale. In questo caso l’Istituto nazionale di statistica parla di un -0,9%, legato sia alle vendite verso i Paesi al di fuori dell’Unione europea (-1%) sia alle vendite verso i Paesi Ue (-0,8%). A livello mensile la flessione delle vendite ha interessato i beni di consumo, che riportano un -0,7% (+2,8% per quelli durevoli e -1,3% per quelli non durevoli), i beni intermedi, con un -1,6%, e l’energia, che registra invece un calo del 5,2%. Variazione nulla, invece, per le vendite di beni strumentali. Nonostante la debacle mensile, rimangono in territorio positivo gli indici trimestrale , tendenziale e quello relativo all’intero 2019. Nel quarto trimestre le vendite verso l’estero sono infatti aumentate dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, riflettendo il +0,3% registrato per l’export verso i Paesi Ue e il +1,8% dell’export extra-Ue In calo solo le vendite di beni intermedi, – 1,4%, e quelle di beni di consumo durevoli, -1%). Per quanto riguarda invece il confronto tendenziale, l’Istat indica un +4,2%, legato all’aumento del 3,4% registrato per le vendite verso i Paesi europeo e alla crescita del 4,1% di quelle verso i Paesi esterni all’Unione. Di minor entità la crescita rilevata nell’interno 2019: +2,3% rispetto al 2018, risultato dovuto al +1,1% che ha interessato le vendite nell’area Ue e al 3,8% delle esportazioni verso l’aerea extra-Ue. L’Istituto spiega poi che «il tasso di crescita dell’export è più sostenuto verso i paesi extra Ue, in particolare verso Svizzera e Stati Uniti, mentre l’export verso Cina e Germania è in flessione».