Un vero e proprio boom, figlio, probabilmente, più di richieste aziendali e di una vera e rinnovata vocazione imprenditoriale. Nell’ultimo quadrimestre del 2019, secondo i dati appena forniti dal ministero dell’economia, si è registrata una crescita esponenziale molto marcata (+5,1% rispetto allo stesso periodo del 2018) nelle aperture di nuove partita Iva. In valori assoluti, parliamo di poco più di 109mila unità, due terzi delle quali da parte di persone fisiche, tipologia dove peraltro si registra l’incremento più significativo (7,3%) a fronte di un crollo di registrazioni fra le società di persone (-10%). Uno sguardo al settore produttivo è utile per cercare di dare un senso al fenomeno. Al primo posto negli avviamenti di partita Iva troviamo il commercio, con il 22,2% del totale. La cosa non sorprende perché è un settore nel quale lo strumento è da tempo utilizzato, spesso anche in regime di monocommittenza. Un’ulteriore spinta potrebbe essere arrivata indirettamente dalla stretta sui contratti a tempo determinato prodottasi con il decreto Dignità: le aziende, piuttosto che stabilizzare, hanno preferito spingere i loro ex dipendenti verso una differente e meno tutelata tipologia di lavoro.