Conte: «Qui i ricatti non sono accettati»

Matteo Renzi ha fissato la deadline. «Gli diamo due mesi di tempo», ha scritto nella sua e-news, riferendosi al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Cosa deve fare il guardasigilli in questo lasso di tempo? Semplice: modificare la riforma sulla prescrizione, trovando un compromesso. Così com’è adesso, infatti, non ha il sostegno del partito di Renzi: «Come sapete Iv non condivide la linea del governo quindi o non votando o non partecipando al voto, dipende da cosa c’è in Consiglio dei ministri, se c’è prescrizione no, su tutto il resto si va avanti», ha detto a ilfattoquotidiano.it. Un grattacapo notevole per l’esecutivo, anche se l’ex premier ha assicurato che non questa non è l’anticamera della crisi di governo. Difficile credergli, considerati i precedenti ai tempi del Partito democratico. Le tensioni non mancano: all’annuncio che le ministre di Italia viva non parteciperanno al Cdm, il premier Giuseppe Conte ha replicato duramente: «Il non sedersi al tavolo quando si ha un incarico istituzionale non sarebbe un fatto da trascurare, lo riterrei ingiustificabile». «I ricatti non sono accettati. Non si può pensare di votare un provvedimento con le opposizioni», ha concluso.