Continuano a preoccupare i possibili effetti che potrebbero derivare dal coronavirus, non solo sulla vita di tutti i giorni, ma anche sul piano economico. Già qualche giorno fa, parlando di fronte al Parlamento europeo, la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, aveva avvertito che l’incertezza dall’impatto del coronavirus è una «rinnovata fonte di preoccupazione» per l’economia dell’Eurozona, già di per sé indebolita. Parole alle quali hanno fatto eco quelle del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ieri nel corso di un’audizione al Congresso statunitense ha spiegato che «l’impatto dell’emergenza coronavirus sull’economia cinese può estendersi all’economia globale», assicurando comunque che «la Fed sta monitorando da vicino gli sviluppi della situazione» e che con le recenti mosse di politica monetaria la banca centrale statunitense è ben posizionata per affrontare anche rischi derivanti dalla diffusione del virus. Intanto questa mattina sono arrivate le stime di Standard & Poor’s Global sull’impatto dell’epidemia di coronavirus sull’economia mondiale. Secondo l’agenzia di rating «la velocità e la diffusione negli ultimi due mesi rappresentano un rischio per l’economia globale e il credito» e il rallentamento previsto per la Cina (con le stime di crescita per l’anno in corso già limate dal +5,7% al +5%) potrebbe avere un impatto dello 0,3% sulla crescita del Prodotto interno lordo globale.