Nel Report Istat sugli Indicatori demografici, pubblicato oggi, si rileva che il ricambio naturale della popolazione è sempre più compromesso. In Italia si registra un saldo naturale pari a -212mila unità, frutto della differenza tra 435mila nascite e dei 647mila decessi. Preannunciato dall’antitetica dinamica prospettiva di nascite e decessi nell’ultimo decennio, si tratta del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918. In sostanza, il ricambio per ogni 100 residenti che muoiono viene “compensato” da appena 67 nuovi nati, mentre dieci anni fa quel valore assoluto risultava pari a 96. L’analisi in serie storica delle nascite pone in evidenza come il dato relativo al 2019, appena 435mila, sia il più basso mai riscontrato nel Paese, mentre il numero dei decessi, 647mila, pur di poco inferiore al record del 2017 (649mila), rispecchia in pieno le tendenze da tempo evidenziate. Si amplia così la base di coloro che vivono molto più a lungo di un tempo e fino a età molto avanzate, portando a far crescere il numero annuale di decessi e accentuando, in senso fortemente negativo, il bilancio del saldo naturale. Pur nella varietà dei diversi contesti territoriali, più o meno marcati anche in relazione al diverso livello di invecchiamento, la dinamica naturale è ovunque negativa, eccezion fatta per la Provincia di Bolzano, l’unica dove il ricambio della popolazione risulta ancora più che in equilibrio (+1,3 per mille residenti).