Nessuna anticipazione sulle risorse che il governo intende mettere in campo

Il momento nel quale si inizieranno a tirare le somme si avvicina sempre di più, anche se, verosimilmente, le indicazioni saranno ancora molto parziali, soprattutto sul capitolo delle pensioni di garanzia per i giovani. I tavoli tecnici sulla previdenza hanno superato il giro di boa. Con l’appuntamento odierno dedicato alla flessibilità in uscita, si è infatti arrivati alla terza tappa di un percorso che dovrebbe esaurirsi entro la fine del mese, quando sarà nota la data dell’ultimo vertice che sarà dedicato alla non autosufficienza. Al momento, il confronto è servito soprattutto per raccogliere i desiderata delle organizzazioni sindacali, con il governo attento a non sbilanciarsi più di troppo né sulle misure che vorrà prendere né, soprattutto, sul versante delle risorse. Qualche fonte giornalistica è arrivata ad ipotizzare uno stanziamento in linea con quota 100, ma è evidente che con una tale somma difficilmente si potrà fare tutto. La piena rivalutazione degli assegni pensionistici, ad esempio, pesa circa 2,9 miliardi di euro ogni punto percentuale di inflazione, mentre una misura simile a quella di riduzione della pressione fiscale prevista per i lavoratori dipendenti avrebbe un costo di 5,6 miliardi per la fascia di reddito compresa fra 8.200 e 40mila euro; sotto questa fascia, si posizionano poco meno di 11 milioni di pensioni per le quali servirebbero 13 miliardi di euro.