«Pseudo riformicchia». Il leader leghista Matteo Salvini ha commentato così la riforma della prescrizione, «che solo» il ministro della Giustizia Alfonso «Bonafede può ritenere utile». In Parlamento, estimatori della riforma, chiesta a gran voce dal Movimento 5 stelle, effettivamente ce ne sono pochissimi. Non se ne trovano, ad esempio, né tra i banchi dell’opposizione – tanto la Lega quanto Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono detti contrari – né tra i parlamentari di alcune forze politiche che compongono la maggioranza: Italia viva ha dichiarato di essere pronta a votare contro la riforma, anche a costo di mettere in discussione la stabilità del governo. Mentre la linea politica del Partito democratico, dettata dal segretario Nicola Zingaretti, è la seguente: trovare una soluzione, altrimenti il Pd andrà avanti con la sua proposta di legge. Insomma, all’interno della maggioranza, nessuno condivide l’idea dell’altro, quando invece dovrebbe farlo. O quantomeno dovrebbe trovare un compromesso. Intervenendo da Londra, dove ha partecipato all’evento di lancio della COP26 presso lo Science Museum, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato che la soluzione sulla prescrizione sarà trovata dall’esecutivo. C’è un «tavolo che va avanti», ha detto. E ancora: «In settimana fisserò un nuovo incontro e troveremo una soluzione per completare l’accordo su tutti gli aspetti della riforma del processo penale e troveremo una soluzione sulla prescrizione. Invito tutti a non fermarsi su posizioni di principio». Cosa che, al momento, i protagonisti di questa vicenda non sembrano intenzionati a fare. Il premier riuscirà a farli desistere? Vedremo. Gli ottimisti non mancano: «C’è un confronto all’interno del governo e della maggioranza ma sono sicuro che con dialogo e la mediazione di Giuseppe Conte riusciremo a trovare un compromesso al rialzo nell’interesse dei cittadini. Processi brevi e una certezza della pena», ha scritto su Twitter il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. «Per troppo tempo abbiamo avuto governi che si sono fatti le leggi ad personam per sfuggire ai processi e questo non è più tollerabile. La questione va risolta in modo complessivo e con la collaborazione di tutti», ha aggiunto.