A gennaio l’indice è sceso a 99,2 punti

Parte con il piede sbagliato il 2020 per la fiducia delle imprese, scesa a 99,2 punti dai 100,7 del mese precedente. A pesare, si legge nell’ultimo resoconto dell’Istituto nazionale di statistica, è soprattutto l’andamento rilevato dal sentiment dei servizi e del commercio, mentre per manifattura e costruzioni di registra un aumento dell’indice. Per i servizi di mercato, infatti, l’indice che misura il clima di fiducia è sceso a 99,5 punti dai 102,2 di dicembre, riflettendo il peggioramento dei giudizi sugli ordini (da +2,1 a -1,9) e l’indebolimento di quelli sull’andamento degli affari (da +6,9 a +5,3%) e delle attese sugli ordini (da +8,8 a +6). Per il commercio l’indicatore è invece sceso da 110,6 a 106,6 punti. In questo caso a pesare negativamente è la fiducia della grande distribuzione – il cui indice è passato da 114,4 a 109,8 – mentre l’impatto della distribuzione tradizionale è stato minore. Come anticipato, per l’industria manifatturiera l’Istat indica un lieve miglioramento della fiducia, con un aumento di sei decimi di punto tra dicembre 2019 e gennaio 2020 (da 99,3 punti a 99,9). Rimangono in territorio negativo i giudizi sugli ordini (da -16,9 a -15,9 punti), ma migliorano le attese. Incremento maggiore ha interessato la fiducia delle imprese di costruzioni, con l’indice passato da 140,1 punti a 142,7. Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, salita a 111,8 dai 110,8 del mese precedente, le tabelle mostrano un tendenza al rialzo per tutte le componenti: il clima economico registra un incremento da 120,9 a 123,8, il clima personale cresce da 106,8 a 108,4, il clima corrente aumenta da 108,8 a 110,7 e quello futuro passa da 112,3 a 114,7.