I sindacati proclamano 16 ore di sciopero in tutto il Gruppo

Whirlpool dismetterà la produzione di lavatrici di alta gamma del sito di Napoli il 31 ottobre prossimo, perché secondo l’azienda la sua attività non è più sostenibile economicamente, visto che lo stabilimento campano perde 20 milioni all’anno. Nel frattempo il governo e la stessa azienda vaglieranno eventuali candidature o manifestazioni di interesse ed entro il prossimo luglio appronteranno una short list di possibili partner industriali interessati all’acquisizione del sito di via Argine. Nel frattempo, oggi, Fiom, Fim, Uilm e Uglm hanno proclamato 16 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo Whirlpool. Ieri al Mise è stato tracciato il percorso per dare un futuro che al sito industriale – e quindi ai lavoratori – dopo la tesissima riunione di ieri, più di cinque ore di confronto, il cui obiettivo, per sindacati, Fim Fiom Uilm e Uglm, e Governo, era quello di salvare una realtà industriale con i 420 lavoratori a rischio licenziamento e il relativo indotto. Una trattativa che è iniziata ieri ma si protrarrà fino al 31 ottobre – e non al 31 marzo, come inizialmente voleva l’azienda – data di addio della Whirlpool dal sito campano. C’è da dire che anche tre mesi fa l’azienda aveva avuto un ripensamento rispetto alla volontà di cessione immediata del sito campano. Stavolta la tregua è più lunga ma deve necessariamente generare una risposta vera. Sette mesi di tempo non sono così tanti, vista anche la difficile congiuntura economica, ma è ciò che i sindacati e il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, sono riusciti a ottenere facendo insieme muro. Patuanelli ha imputato ai vertici della multinazionale comportamenti «inaccettabili», ma ha anche dovuto ammettere, davanti ai sindacati, di non avere armi: «Se una azienda decide di non continuare la produzione per insostenibilità economica non esistono strumenti normativi coercitivi che possano impedirle di chiudere un’attività».