Aumenta il lavoro precario. Quota 100 favorisce però il ricambio generazionale

Una fotografia sicuramente non entusiasmante e che, di certo, impone una profonda riflessione. La nostra pubblica amministrazione si caratterizza, infatti, per il più basso tasso di laureati in Europa, per una età media molto alta (superiore ai 50 anni), una costante contrazione di personale (meno 193mila unità in dieci anni) e per un forte ricorso al lavoro precario, almeno 340mila unità. Numeri tutti evidenziati nel rapporto annuale di Fpa, ai quali si aggiunge la considerazione circa la forte perdita di potere d’acquisto, registratasi nello stesso arco di tempo, solo in una piccola parte alleviata dal rinnovo del contratto nel periodo 2016-2018. A fronte di oltre 10 punti percentuali di inflazione, l’incremento è stato di poco superiore ai tre punti percentuali con una netta e marcata discrepanza, quindi. «Quota 100 ha favorito una maggiore vivacità del mercato del lavoro, incentivando anche il turn over nella pubblica amministrazione»: ha osservato il segretario dell’Ugl, Paolo Capone, alla vigilia dell’apertura dei tavoli tecnici sul sistema previdenziale che investiranno direttamente anche tutto il pubblico impiego, ancora oggi privo in larghissima parte della previdenza complementare, la cosiddetta seconda gamba. Il rapporto Fpa fotografa anche un altro elemento di riflessione: la ridotta attività formativa. In media, circa un’ora per dipendente: con una battuta, neanche il tempo di fare l’appello.