di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

 

Da quanto si legge sui giornali e ascoltando le dichiarazioni, i partiti della maggioranza stanno pensando al loro futuro. Chi vuole aprire alle Sardine e alla società civile. Chi invece guarda agli Stati Generali che però ancora non si sa a cosa dovrebbero dare vita, visto che il M5s di esperienze di Governo ne ha fatte sia con la destra (che per una sua parte, Conte compreso, adesso rinnega) sia adesso, ora, con il centrosinistra. Quest’ultimo cerca di battere il ferro finché caldo nell’ottenere un maggiore peso decisionale, ripensamenti su riforme come quella della prescrizione, importante per carità, e delle legge elettorale. Argomenti interessanti per gli addetti ai lavori, ma, come dimostra la piazza di oggi a Palermo dove a rischio ci sono più di 1700 posti di lavoro considerando Almaviva ma decine di migliaia in più in tutto il settore dei call center e telecomunicazioni, le persone in carne ed ossa – lavoratori, pensionati, famiglie e disoccupati – sono interessate e preoccupate da ben altro.
Sì, è vero, in questi giorni il Governo ha aperto il tavolo delle pensioni, che serve superare la legge Fornero – ma era già superata da Quota100! – e, prima delle regionali, aveva aperto anche il cantiere del cuneo fiscale. Tuttavia alle porte di Palazzo Chigi e dei ministeri coinvolti bussano vertenze, ancora irrisolte ma strategiche per lo sviluppo del Paese. Parliamo dell’ex Ilva, di Alitalia, di Atlantia e di Autostrade – ovvero, ciò che più mi interessa, del futuro dei rispettivi lavoratori – delle quali ancora non si capisce quale destino le attende. Non si sa se la concessione di Autostrade sarà tolta oppure no e, come per tutte le altre vertenze, non è una questione di poco conto, ma è già entrata a essere parte del braccio di ferro che, all’indomani delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria, si sta verificando tra le due anime della “maggioranza”, con una delle due che maggioranza lo è solo nominalmente. Fine vertenza mai?
Ma non possiamo e non dobbiamo arrenderci al fatto che anche nelle prossime settimane si impiegheranno importanti spazi sui quotidiani, radio e tv, per capire quale futuro attende le sardine o se il Pd fagociterà o meno una parte del M5s e se una parte di quest’ultimo cercherà di divincolarsi dall’abbraccio mortale dell’alleato. Non ci interessa. Nel frattempo, i problemi non si risolvono da soli, restano e, anzi, aumentano, visto che proprio oggi una sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue ha stabilito che, dando così ragione alla Commissione Europea e torto all’Italia, il nostro Paese ha violato la direttiva Ue contro i ritardi nel saldo nelle transazioni commerciali. Governo Conte bis (o tris?), la realtà bussa alla porta.