Sensibilità diverse fra governo e sindacati sul post quota 100 in scadenza nel 2021

La ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, parte dai sindacati per provare a definire le nuove regole sulle pensioni in vista della scadenza di quota 100, ad oggi fissata al 31 dicembre 2021. Una scelta che ha suscitato qualche polemica nel metodo (l’esponente del Movimento 5 Stelle ha infatti convocato Cgil, Cisl e Uil la mattina e poi nel pomeriggio Ugl, Cisal, Confsal e Usb e quindi i rappresentanti della dirigenza) e non ha fatto fare particolari passi avanti sul merito delle cose. Questo perché, al di là della definizione delle due commissioni di studio prevista dalla legge di bilancio, le distanze rimangono ampie, con il governo che guarda principalmente agli aspetti strettamente finanziari e i sindacati che, viceversa, insistono sulla sostenibilità sociale delle varie misure. Come se non bastasse, si sono almeno altri due nodi da sciogliere. Il primo riguarda la controparte datoriale. Una maggiore flessibilità in uscita, infatti, è anche nel loro interesse, in quanto possono ridurre il costo del lavoro e inserire nuove professionalità. Un capitolo in bianco è invece quello del potere d’acquisto di chi già sta in pensione, crollato per effetto della crisi, dei mancati o parziali adeguamenti al costo della vita, dall’estensione del calcolo con il contributivo. Insomma, i temi sono tanti, il lavoro da fare è molto lungo e il risultato finale non è assolutamente scontato.