di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Siamo ormai alle porte dell’appuntamento elettorale per il rinnovo dei consigli regionali della Calabria e dell’Emilia Romagna. Come sempre, queste sono scadenze importanti per il Paese, data la quantità di materie rilevanti di competenza regionale. Si deciderà, quindi, di una parte non certo trascurabile del prossimo futuro di molti nostri concittadini, calabresi ed emiliano-romagnoli. Stavolta però, oltre a questo, c’è in ballo anche qualcosa in più. Le sorti di un governo traballante, dato il peso – checché se ne dica – delle amministrative anche sulla politica nazionale, e anche la tenuta della sinistra italiana di fronte all’avanzata della destra e della Lega in modo particolare. Una sinistra che ormai in Italia è in caduta libera, invisa a moltissimi cittadini date le sue politiche antisociali, salvo qualche “elemosina” al popolo alla vigilia delle elezioni, al potere solo grazie al clamoroso voltafaccia del M5S, che, dopo aver ottenuto grandissimi consensi proprio in quanto movimento antagonista del Pd, ha poi deciso di allearsi coi Dem e, infatti, ora è ai minimi storici. Insomma, nonostante il “palazzo”, gli italiani sono arcistufi della sinistra, almeno di quella attuale, e tutte le recenti elezioni lo testimoniano eloquentemente. Ai Dem sono rimasti ormai pochi feudi, di solito nelle Ztl delle grandi città. E poi l’Emilia Romagna, vero e proprio luogo simbolo. La “regione rossa”, conquistata, Pansa ci aveva descritto come, nel primo dopoguerra e tenuta in pugno per settant’anni, con un mix di pervasività del partito e amministrazione rigorosa, considerata inespugnabile. Da quelle parti, solo un paio d’anni fa, un testa a testa fra sinistra e destra, tra l’altro a guida leghista, sarebbe stato impensabile. E invece, in base ai sondaggi, è proprio quanto starebbe per verificarsi domenica prossima. La voglia di cambiare si è palesata, i tanti scontenti, che evidentemente già c’erano e poi sono ulteriormente aumentati con la crisi economica, insoddisfatti dell’attuale gestione politica, regionale e nazionale, hanno preso coraggio, grazie all’affermazione del centro destra in molte altre regioni, si pensi all’Umbria, e la partita, finalmente, anche in Emilia Romagna è apertissima. Per questo, comunque vada, per il centrodestra sarà un successo e il nervosismo della sinistra di fronte a questo successo è palpabile, nei talk show come nelle piazze “spontanee” delle sardine. Se poi Lucia Borgonzoni riuscisse addirittura a vincere, sarebbe un evento di portata talmente dirompente da determinare necessariamente la conclusione anche dell’attuale governo Conte. Segno del fallimento completo di un’intera classe dirigente, di un partito strutturato come il Pd, più che ben introdotto in tutti i luoghi “che contano”, che, sommandosi alla crisi del M5S, non potrebbe che portare allo scioglimento delle Camere.