Il World Economic Forum è alla sua 50° edizione e si occupa di ambiente mentre in Australia da ottobre a oggi sono stati bruciati circa 10 milioni di ettari di territorio

Disse Jamie Dimon, amministratore delegato di Jp Morgan, multinazionale americana di servizi finanziari con sede a New York, che «Davos è il posto in cui i miliardari dicono ai milionari come la classe media dovrebbe lavorare duramente per aiutare le classi povere». Più chiaro di così si muore e qualora non bastasse a capire la vera utilità del vertice di Davos, da oggi fino al 24 gennaio, alla sua 50° edizione, basterebbe ricordare i dati Oxfam, che hanno rivelato come un’elite di 2153 super ricchi detenga una ricchezza superiore al patrimonio di 4,6 miliardi di persone, mentre alla metà più povera della popolazione resta solo meno dell’1%. Il Forum economico mondiale (Wef) quest’anno ha deciso di occuparsi di sostenibilità ovvero e di tutela dell’ambiente («Stakeholders for a Cohesive and Sustainable World»). Tra gli ospiti d’eccezione, la piccola attivista svedese per lo sviluppo sostenibile, Greta Thumberg. Sempre invitata, mai ascoltata. Il vertice riunisce oltre 3 mila personalità di rilievo economico, imprenditoriale ed industriale. Il vertice intende essere una piattaforma di discussione capace di assistere i governi di tutto il mondo nel loro percorso verso l’attuazione degli accordi di Parigi sul clima e degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Oss), oltre a promuovere una rafforzata cooperazione internazionale in ambito tecnologico e commerciale. «Le persone stanno perdendo la fiducia nei confronti delle élite economiche, e i nostri sforzi per limitare il riscaldamento globale ad un target di contenimento pari a 1,5 gradi Celsius non stanno ottenendo i risultati sperati: a fronte di ciò, abbiamo assolutamente bisogno di un nuovo manifesto quest’anno, che possa indirizzare al meglio i governi e le aziende verso questi obiettivi», ha detto il presidente esecutivo del Forum, Klaus Schwab. Insomma i ricconi se la cantano e se la suonano. Tra i panel di discussione – e qui per tutti noi c’è davvero da tremare – vi è anche la necessità di adattare le industrie alle nuove necessità politiche, economiche e sociali; massimizzare i vantaggi e minimizzare i rischi connessi alle tecnologie che hanno caratterizzato la quarta rivoluzione industriale; adattare il settore dell’istruzione e della formazione ai nuovi trend demografici, sociali e tecnologici. Al vertice saranno presenti numerosi leader da tutto il mondo, come ad esempio il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, la cancelliera Angela Merkel, il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, il capo del governo di Atene, Kyriakos Mitsotakis, e la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde. Ma la vera star è lui, Donald Trump, che oggi si presenta a Davos mentre negli Usa in Senato si celebra la prima giornata del suo impeachment.

Trump: «Cerchiamo di creare economia più inclusiva. Questo non è il momento del pessimismo sul clima»

Papa: «La persona, piuttosto che potere o profitto, al centro delle politiche pubbliche»

Greta: «Se non trattiamo questa come una vera crisi, non potremo mai risolverla. Ci rimane poco tempo»