La Consulta boccia il referendum sulla legge elettorale: italiani condannati al proporzionale. Illusione del voto e ingovernabilità, ciò che attende nei prossimi anni gli italiani

Più di qualcuno nel centro destra ha definito una scelta «politica» il respingimento da parte della Consulta del referendum sulla legge elettorale, sostenuto dalla Lega, per abrogare le norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi e trasformare il nostro sistema in un maggioritario puro (all’inglese). Per la Corte il quesito referendario proposto era «eccessivamente manipolativo». Non si può negare però che con il sistema proporzionale si aiutano i “partitini”, quelli che ambiscono a essere l’ago della bilancia, a continuare a sopravvivere. Sarà stato anche duro Matteo Salvini, nell’esprimere il suo pensiero, ma come si può negare che «è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone»? Non a caso Luigi Di Maio ha esultato e per esempio Paolo Gentiloni, attuale commissario Ue all’Economia, ha considerato che la bocciatura del referendum «inventato da Salvini» rappresenta «una buona notizia anche per chi non ama il proporzionale». Cioè va bene dire “no” a prescindere quando si tratta della Lega. Allora il punto è sempre quello, centrato benissimo sempre da Salvini: «Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica». Non è il proporzionale la risposta da dare a quei cittadini, e non sono pochi, che chiedono di essere governati e bene, non più di tirare a campare. Non sarà un caso se «LeU è stato l’unico gruppo parlamentare a costituirsi contro l’iniziativa referendaria – ha dichiarato Federico Fornaro, capogruppo Leu alla Camera – e non possiamo quindi non nascondere la nostra soddisfazione per la decisione della Consulta». Intanto la maggioranza giallorossa ha già presentato il testo base della riforma elettorale su cui ha trovato l’accordo ovvero il Germanicum, sul quale dovrà iniziare la discussione in commissione Affari costituzionali alla Camera. “Guarda caso” – e soprattutto per un Movimento che ambiva al 50% e ad instaurare la democrazia diretta – si tratta di un sistema proporzionale puro con una soglia di sbarramento e un meccanismo di “diritto di tribuna” per garantire ai partiti minori (o a quelli regionali) di avere una rappresentanza minima in Parlamento a garanzia del pluralismo. Quindi tutti a bordo! Insomma, vogliono regalarci l’illusione di andare a votare e di scegliere, ma in questo modo, oltre a tornare alla Prima Repubblica, dove un partitino potrà permettersi di ricattare chi Governa, si continuerà a mantenere in vita quello “schema politico” che ha dato vita al Conte Bis e sappiamo anche come.