di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In materia di clima e inquinamento, a quanto pare, va bene fare tutto, tranne quello che serve. Sono d’accordo, non dobbiamo sottovalutare i segnali che provengono dalle grandi città come Milano, Torino, Roma e non solo visto quanto sta accadendo in Emilia Romagna. Certo, l’emergenza smog si è ampliata, vanno assunti seri provvedimenti. Ma in un Paese in cui le infrastrutture sono carenti e, purtroppo, anche fatiscenti, chiudere le città a chi usa la macchina, persino nuova di zecca, non risolverà il problema dell’inquinamento e ne creerà invece molti altri a cascata a chi lavora, a professionisti, a piccoli-medi imprenditori, a coloro che per diversi motivi non possono usare i suddetti mezzi pubblici, fosse anche solo per accompagnare i figli a scuola. A Roma, il sindaco Virginia Raggi ha disposto un giorno per l’altro, ieri pomeriggio per oggi, lo stop nella ZTL Fascia Verde delle auto diesel da Euro 3 fino a Euro 6. Una decisione drastica e improvvisa che ha svuotato la città, che ha messo in difficoltà intere famiglie, visto che i servizi pubblici di Roma non possono essere considerati il fiore all’occhiello della Capitale. Poiché il diesel gode al momento di pessima fama, Raggi ha “pensato bene” di bloccare la circolazione alle auto nuove e forse fare una bella figura da prima della classe. Non vorrei essere nei panni di chi, magari con grandi sacrifici, ha acquistato auto diesel, illudendosi di poterci andare a lavorare con serenità. No, l’aria non si pulisce con le buone intenzioni e nemmeno con le azioni dimostrative. Se ad un sindaco non spetta preoccuparsi dell’andamento del mercato delle auto diesel, del rischio di chiusura di interi stabilimenti che producono quei motori e dei conseguenti posti di lavoro perduti, però interessa di sicuro rendere più respirabile l’aria della sua città.
A Roma, come nelle altre, i fattori d’inquinamento sono diversi ma il principale è sicuramente l’insufficienza del servizio pubblico che induce la maggior parte della cittadinanza a usare mezzi propri, aumentando ancora di più traffico e smog, aggiungendo anche che mezzi pubblici che non sono tutti in ottimo stato di salute. Senza dimenticare i cumuli di immondizia che invadono le strade, le strade sporche e non sufficientemente pulite, gli impianti di riscaldamento di case e uffici pubblici, quello che accade nel vasto hinterland della città.
È certamente molto più facile per le singole città, per i sindaci e per il Paese impedire a chi lavora tutti i giorni l’uso della propria auto – e poi si arrangi da sé -, obbligando a lasciare a casa l’ultimo modello di motore diesel, che tra l’altro costa meno della benzina, piuttosto che contribuire in termini di progetti e di vere risorse al varo di un vero piano nazionale, degno di questo nome, mirato al contrasto dell’inquinamento.