Di Maio non più leader politico del M5s? Intanto il Governo rischia l’implosione

L’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera in cui il ministro degli Esteri, nonché leader politico del M5s, Luigi Di Maio, cerca di gettare acqua sul fuoco dei suoi rapporti deteriorati con il premier Giuseppe Conte, dando ad intendere di volerlo difendere («gli attacchi rivolti a Conte sono gratuiti e ingiustificati, il presidente sta dando il massimo»), stride enormemente con un altro articolo pubblicato oggi da Il Fatto Quotidiano, la fonte più vicina alla galassia pentastellata, che racconta di un Di Maio vicino all’addio da leader politico del Movimento. Lo staff di Di Maio ha subito smentito la notizia, ma non è un mistero che il voto del 26 gennaio in Emilia-Romagna potrebbe decretare quasi l’ennesima sconfitta del M5s. Come se non bastassero le grandi vertenze ancora irrisolte, dall’ex Ilva a Alitalia, si sono aggiunte altrettanto gravi questioni internazionali sfuggite di mano al Governo giallorosso. Se da una parte Di Maio rivendica il suo costante impegno, «in questi giorni sono stato a Bruxelles, Istanbul, Il Cairo e sono appena rientrato da Algeri», dall’altra si capisce che in realtà si tratta di tentativi, disperati, – anche quelli di Giuseppe Conte – di salvare la credibilità del Governo. Secondo quanto riportato dall’agenzia Nova, il quotidiano britannico Daily Mail giudica oggi un fallimento il ruolo dell’Italia nella gestione della questione libica e parla di un governo «ignorato a livello internazionale e diviso al proprio interno». Sul fronte interno, il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, tanto caro ai pentastellati, corre il rischio di essere rinviato per il venir meno di alcune firme, poi compensate e poi di nuovo venute a mancare. La maggioranza sta pensando di far slittare anche il voto per l’autorizzazione a procedere al processo nei confronti di Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona, per il ritardato sbarco dei 131 migranti tenuti a bordo della nave “Gregoretti”, processo che potrebbe trasformarsi in un boomerang per la maggioranza. Ieri gli ultimi due addii: gli ormai ex deputati M5s De Toma e Silvestri hanno deciso di seguire il dimissionario ministro Fioramonti nel Gruppo Misto. E se da una parte il pacchetto di proposte del premier Conte potrebbe riuscire a sventare lo scontro tra M5s e Pd sulla prescrizione, dall’altra è il caso Autostrade (200 le gallerie a rischio) a mettere in pericolo la maggioranza: per Di Maio c’è solo la revoca della concessione ad Autostrade, mentre il ministro dei Trasporti De Micheli (Pd) prima ha parlato di una maxi multa e poi smentita, con Italia Viva pronta a far le barricate in caso di revoca della concessione. Il caos è servito.