Il Senatore ed ex giornalista espulso dal Movimento 5 Stelle con decisione del collegio dei probiviri

Acque agitate all’interno del Movimento 5 Stelle: il partito, in calo di consensi e in crisi di identità, perde pezzi. Nelle ultime settimane diversi parlamentari sono usciti dal M5s, passando ad altre forze politiche o al misto, ultimo dei quali il ministro dimissionario Fioramonti, che sarebbe in procinto di creare un suo gruppo. Gianluigi Paragone, invece, ha tenuto duro, cercando di fare opposizione interna, fino alla decisione dell’organo interno al M5s, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, che ha decretato la sua espulsione. Alla base della risoluzione del collegio dei probiviri, le posizioni assunte dal senatore, difformi rispetto alla linea del partito, in particolare la votazione contraria alla legge di bilancio e l’astensione sulle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte. L’ex giornalista contesta la decisione, annunciando che si appellerà, fino a ricorrere, se necessario, alla giustizia ordinaria. Secondo Paragone, infatti, non è lui ad aver tradito il movimento, ma il movimento ad aver tradito se stesso e le promesse fatte agli elettori, trasformandosi in un “partito dell’establishment”, sia dal punto di vista politico, si pensi alla questione Mes, che da quello dell’organizzazione interna, con troppo lassismo su rimborsi e rendicontazioni degli eletti. “Sono stato espulso dal nulla” il suo commento.

La solidarietà di Di Battista: «Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali»

Alessandro Di Battista, ora privo di cariche politiche, ma comunque considerato uno dei leader del M5S, difende il senatore dissidente. Sibilia e Morra, invece, criticano aspramente il collega espulso. Nessun commento da Di Maio, che invita però i 5 Stelle a serrare le fila, temendo nuove fuoriuscite.