Così il leader della Lega sulle regionali del 26 gennaio: «Il centrodestra vince e i grillini spariscono»

Giuseppe Conte non lascia. Semmai raddoppia. Non solo le poltrone del governo, ma anche il suo impegno in politica. Che proseguirà dopo la sua esperienza da premier, dice a Repubblica, pur tuttavia sottolineando che non è sua intenzione fondare un nuovo partito. Per quanto Conte l’ottimista sia già proiettato a fine legislatura – come del resto è emerso già in altre occasioni, compresa la recente conferenza stampa di fine anno –, la maggioranza resta fragile, divisa su molti temi, litigiosa. Per dirla altrimenti, le prossime settimane non saranno una passeggiata per il presidente del Consiglio. A partire dal tema giustizia (in particolare con il capitolo prescrizione) che sarà la prima, autentica verifica di governo: M5s, Pd e Italia Viva la vedono diversamente praticamente su tutto. A ciò si aggiungano i rinnovati mal di pancia, soprattutto tra i renziani. La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, afferma di voler ridiscutere il reddito di cittadinanza e quota 100? Il Blog delle Stelle risponde niente da fare, reddito e quota 100 non si toccano. Poi, sempre nel M5s, adesso è scoppiata un’altra grana, quella relativa ai mancati rimborsi nel 2019 da parte di alcuni parlamentari. Con il senatore Mario Giarrusso sul piede di guerra intervistato dal Corriere della Sera e che sfida apertamente Luigi Di Maio. Infine, ci sono i prossimi appuntamenti elettorali in Emilia Romagna e Calabria che forse, più di altro, diranno molto sul futuro dell’attuale esecutivo. Conte aveva rilanciato l’azione di governo per i prossimi tre anni, parlando di «maratona». Ma per il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenuto ieri a Bologna, il premier «non arriva neanche al primo chilometro. L’ostacolo sarà la realtà, c’è una situazione economica preoccupante». «Io non ho rimpianti e sto studiando da premier. Questo periodo all’opposizione mi sta servendo molto», ha poi rilanciato oggi Salvini in un’intervista a Libero. Che in vista del voto del 26 gennaio profetizza: «Il centrodestra vince e i grillini spariscono. Finiranno sotto il 10% sia in Emilia-Romagna, dove sono nati, sia in Calabria, dove avevano quasi il 50». Intanto un anno volge al termine e in queste ore i media stanno pubblicando i possibili punti che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, toccherà nel consueto discorso di fine anno. Dalla «coesione nazionale» all’«identità italiana», secondo il Corriere della Sera.