di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

A fine anno è doverosa consuetudine una riflessione sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali, nell’ambito dell’impegno costante dell’Ugl sul fronte della salute e sicurezza sul lavoro. I dati ufficiali più recenti, messi a disposizione dall’Inail, ci consentono di identificare le tendenze generali in atto, seppure aggiornati a ottobre, in attesa del bilancio definitivo relativo al 2019, che sarà disponibile dopo la conclusione dell’iter relativo a ogni denuncia. Nel complesso, le denunce di infortunio presentate all’istituto nel periodo compreso tra gennaio e ottobre sono state maggiori rispetto a quelle avanzate nello stesso periodo del 2018: 534.314, mentre erano 534.074 l’anno scorso, 240 in più. Calano gli infortuni nel luogo di lavoro, aumentano quelli in itinere (+2,5%), a causa dei cambiamenti economici, si pensi, ad esempio, all’incremento delle merci consegnate a domicilio. Per quanto riguarda l’analisi territoriale, gli infortuni diminuiscono sia al Nord che al Sud del Paese, mentre aumentano al Centro e nelle Isole. In base al settore economico di appartenenza, si nota una decrescita degli incidenti nell’industria e nei servizi ed anche in agricoltura, sebbene con un calo più lieve. Aumentano, invece, del 2,3% nel Conto Stato. Questi dati testimoniano non solo lo stato della sicurezza, ma anche quello dell’economia, in affanno. In crescita dello 0,6% le denunce di infortunio che coinvolgono le donne, diminuiscono dello 0,3% quelle presentate dalla componente maschile. Si registra un aumento del 4,9% delle denunce presentate da lavoratori extracomunitari, diminuiscono invece quelle avanzate dagli stranieri comunitari, -1,8%, e dagli italiani, -0,6%. Un altro dato significativo è quello relativo alle classi di età: come più volte abbiamo sottolineato, sono particolarmente a rischio i giovani, tra gli under 30 le denunce di infortunio sono aumentate del 2,8%, e i lavoratori anziani di età compresa tra 55 e 69 anni, con un aumento dei casi del 2,7%. Diminuiscono, invece, del 2,2%, le denunce presentate da lavoratori di età media, fra 30 e 54 anni. Occorre dire che, fortunatamente, nei primi dieci mesi del 2019, c’è stata una diminuzione degli incidenti con esito mortale, con 896 vittime conteggiate, 49 in meno rispetto alle 945 dello stesso periodo del 2018 (-5,2%). L’anno scorso era infatti stato funestato da una serie di incidenti mortali plurimi, che avevano causato un picco di decessi. Infine le malattie professionali: i casi denunciati tra gennaio e ottobre 2019 sono stati 51.055, 1.295 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+2,6%). Un bilancio in chiaroscuro, ma sostanzialmente preoccupante, che deve spingere tutti – sindacati, aziende, istituzioni – a un maggiore impegno, attraverso atti concreti in grado di garantire che il lavoro sia più sicuro e più sano.