Ankara pronta a mandare anche truppe regolari

La situazione in Libia si fa più incandescente. La Turchia, ha riferito nelle scorse ore l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha deciso di inviare 300 mercenari siriani in Libia per combattere al fianco dell’esercito libico di Fayez al-Sarraj – presidente del governo riconosciuto dalla comunità internazionale – contro l’offensiva delle forze del generale Khalifa Haftar, numero che però potrebbe lievitare nelle prossime ore. Una mossa che impensierisce Grecia ed Egitto, temendo la sfera di influenza turca nella regione. Il Parlamento di Ankara, intanto, si riunirà già il 2 gennaio, forzando il calendario che prevedeva la riapertura dell’Assemblea per il 7 gennaio, per votare un intervento delle truppe regolari. Sono ore calde un po’ in tutto il Medio Oriente, a ben vedere. Se da una parte la Turchia prova a esercitare pressioni tanto in Siria quanto in Libia, dall’altra gli Stati Uniti sono impegnati in diverse questioni. Washington ha infatti intrapreso una serie di azioni contro milizie sciite irachene a controllo iraniano. «Non staremo a guardare il fatto che l’Iran assuma azioni in grado di mettere uomini e donne americane in pericolo», ha affermato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo. In Afghanistan, invece, si tratta per un accordo di pace con i talebani, con questi ultimi che hanno concesso (come richiesto dagli Usa) una tregua. L’eventuale firma di un’intesa tra le parti riporterebbe a casa numerosi soldati statunitensi.