A pochi minuti dall’udienza davanti a giudice civile di Milano per discutere del  ricorso d’urgenza presentato dai Commissari straordinari dell’ex Ilva, è stata raggiunta un’intesa di base tra gli stessi commissari straordinari (Francesco Ardito, Alessandro Danovi e Antonio Lupi) e ArcelorMittal (rappresentata dall’amministratore delegato Lucia Morselli) per la trattativa della ristrutturazione del contratto originario di affitto e vendita degli stabilimenti e per l’operazione finanziaria di rilancio del polo siderurgico con base a Taranto. Tutto ciò mentre i sindacati di categoria attendevano di riunirsi oggi a Torino per ascoltare da Fca il piano di fusione con Psa. Dunque è stato firmato un protocollo d’intesa che, secondo le intenzioni delle parti, pone le basi per una negoziazione, con scadenza 31 gennaio, al fine di trovare un accordo vincolante sul rilancio dell’ex Ilva e a tal scopo il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha autorizzato i commissari straordinari alla firma degli Heads of Agreement con ArcelorMittal. «Nell’udienza di oggi si è dato atto dell’accordo raggiunto, senza però consegnarlo al giudice, si è preso atto delle  dichiarazioni dell’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli che ha  ribadito gli impegni presi – ha spiegato all’Adnkronos l’avvocato di Ilva Giorgio De Nova – quindi noi abbiamo chiesto i termini del 20 gennaio per il deposito  della memoria e la controparte al 31. Il giudice ha fissato la data della prossima udienza al 7 febbraio». Il negoziato tra le parti, da chiudersi entro il 31 gennaio, dovrà sciogliere nodi relativi all’investimento della multinazionale  franco-indiana, l’ammontare dell’importo dell’intervento statale, la  decarbonizzazione del sito di Taranto e gli esuberi. Senza dimenticare la spada di Damocle, non proprio un dettaglio, dello spegnimento dell’altoforno 2 disposto con un ordine della magistratura penale che la stessa potrebbe confermare con conseguenze sul lavoro,  ma i sindacati non l’hanno presa bene e giustamente. E tutti quanti ravvedono la stessa gravità. Per Palombella della Uilm il pre-accordo «è un atto grave. Non si può decidere senza coinvolgere i lavoratori». Per Bentivogli della Fim: «Quelle di oggi infatti ci sembrano solo linee guida molto simili a quel piano industriale già presentato dal ministro Patuanelli nell’ultimo incontro al Mise e su cui abbiamo dato un giudizio negativo». Per Re David della Fiom: «Un negoziato non si avvia con una data di ‘scadenza’, è solo il contenuto dell’accordo a definire la fine di una trattativa. E il tema del negoziato, per noi, è zero esuberi. Se A.Mittal e governo avessero concordato qualcosa di diverso allora se ne dovranno assumere la responsabilità». Infine, Spera dell’Ugl Metalmeccanici ha chiesto al Governo «un incontro immediato per spiegare cosa sta realmente accadendo», perché visto così il preaccordo di oggi «appare come un tentativo di tenere fuori dal tavolo il sindacato». Tutte quante le sigle hanno ribadito il loro «no» a qualsiasi esubero.