Con la partecipazione dei lavoratori nel CdA

La grande notizia non è soltanto che la fusione tra Gruppo Fca e Psa Groupe si farà, ma che nel Cda del nuovo costruttore automobilistico mondiale siederanno di diritto due rappresentanti dei lavoratori, uno per ogni Gruppo. Per comprendere le dimensioni e quindi le responsabilità che si assumeranno anche i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori, il nuovo soggetto che nascerà dalla fusione sarà il quarto costruttore automobilistico al mondo in termini di volumi e il terzo in base al fatturato, con vendite annuali pari a 8,7 milioni di veicoli e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro. Il gruppo genererà sinergie annuali che a regime sono stimate in circa 3,7 miliardi di euro e, ciò che conta ancora di più, senza chiusure di stabilimenti. Il nuovo gruppo avrà «una solida struttura di governance», con John Elkann alla presidenza e Carlos Tavares ceo. Il cda avrà 11 membri, con una maggioranza di consiglieri indipendenti. Sarà consigliere anche Tavares con mandato iniziale di 5 anni. Insieme Fca e Psa daranno vita a un gruppo diversificato con margini tra i più elevati nei suoi principali mercati (Europa, Nord America e America Latina). La nuova società beneficerà di efficienze negli investimenti su scala ancora più ampia per sviluppare innovative soluzioni di mobilità e tecnologie all’avanguardia nel campo dei veicoli alimentati a energie alternative, della guida autonoma e della connettività. Il gruppo potrà contare inoltre su un ampio portafoglio di brand consolidati in grado di offrire prodotti ai vertici delle rispettive categorie nei principali segmenti di mercato. Psa e FCA in una nota congiunta hanno voluto sottolineare «l’eccellente intesa professionale tra i due team di management, entrambi con comprovato successo in ristrutturazioni e aggregazioni aziendali e nella creazione di valore» e «una solida struttura di governance a supporto della performance del nuovo gruppo, con John Elkann alla Presidenza del Gruppo e Carlos Tavares in qualità di Ceo, e una maggioranza di consiglieri indipendenti». Quello che non è mai riuscita a fare l’Italia dando attuazione all’articolo 46 della Costituzione («Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende»), è riuscito invece al Gruppo Fca, che include anche la Fiat. Che nacque l’11 luglio del 1899 a Torino dall’iniziativa di un gruppo di imprenditori e professionisti, i quali unirono «le loro forze per realizzare il sogno: una fabbrica automobilistica completamente italiana in grado di offrire una mobilità democratica». Chapeau!