di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Di nuovo le Sardine. Finalmente il movimento più coccolato dalla stampa, al quale il mainstream perdona tutto – se viene da loro, l’odio non è odio, il pressappochismo diventa magicamente coscienziosità, lo spontaneismo tutt’altro che spontaneo non è fatto notare – è approdato anche nella Capitale. Il singolare gruppo di perbenisti, cui va bene il governo e che manifesta contro l’opposizione perché “maleducata”, si è riunito in piazza San Giovanni a Roma, con il solito balletto dei numeri tra manifestanti e questura. 100mila dicono loro, non più di 35mila, secondo altri. In entrambi i casi non basta qualche decina di migliaia di persone per dirsi popolo, specie se, mettendo per un attimo da parte qualche ingenuità di facciata, le migliaia in questione sono in buona parte composte e radunate dalla ben oliata macchina del movimentismo di sinistra. Non basta andare in piazza per rappresentare la “maggioranza silenziosa”, detta, appunto, silenziosa, proprio perché in piazza non ci va. Le sardine rappresentano, che lo si dica, in fondo non c’è niente di male, la solita gente, già abbondantemente schierata e politicizzata, di sinistra. L’unica novità sta nel fatto che, dato che da un po’ di tempo c’era un certo imbarazzo nel presentarsi in pubblico sotto le insegne del Pd, sia per gli scandali, sia per la serie di politiche antisociali, i promotori delle sardine hanno avuto l’intuizione di offrire un nuovo logo “à la page” sotto il quale riunirsi senza il disagio del dichiararsi “piddini”. Che poi l’equivoco, se mai c’è stato, è durato ben poco. Le sardine votano Pd. Il leader Sartori l’ha detto chiaramente: alle regionali emiliano-romagnole sosterrà Bonaccini. Quindi, a ulteriore riprova dello stretto apparentamento coi dem, non solo ovviamente si contrapporranno alla Bergonzoni, del resto il movimento è nato in funzione anti-Lega, ma neanche Simone Benini, l’esponente scelto dai Cinque Stelle per la corsa alla poltrona di governatore, è stato preso in minima considerazione dagli “apartitici” pesciolini, facendo evaporare così qualunque ultima illusione di terzietà e puro e semplice (!) antisalvinismo. Il gioco è chiaro, portare consensi a un partito ormai logoro, cercando di convogliare verso i dem i voti dei cittadini di sinistra, astenuti o elettori di sigle minori, e dei grillini delusi. Staremo a vedere. Certo la maggioranza silenziosa guarda, necessariamente, altrove. Se le sardine continueranno a oscillare fra “il partito delle Ztl” e i centri sociali, che possono permettersi con qualche “santo in Paradiso” di non pagare neanche la bolletta della luce, forse riempiranno qualche piazza e racimoleranno i consensi degli ex militanti persi per strada negli ultimi anni, sicuramente non sposteranno i voti della gran parte delle persone comuni, che non vivono nei centri storici e non hanno santi in Paradiso.