È quanto emerge dall’ultimo report “Condizioni di vita, reddito e carico fiscale” dell’Istat

Anche nel 2018 si conferma il Mezzogiorno l’area del Paese con la percentuale più elevata di individui a rischio povertà o esclusione sociale, pari al 45%. Ripartizione nella quale si registra un aumento del rischio di povertà rispetto all’anno precedente, al 34,4% dal 33,1%. È quanto emerge dall’ultimo report “Condizioni di vita, reddito e carico fiscale” dell’Istat. Secondo lo studio, a livello nazionale, risulta a rischio povertà – percependo quindi meno di 10.106 euro l’anno (842 euro al mese) – il 20,3% dei residenti, ovvero oltre dodici milioni di individui. Si trova in condizioni di grave deprivazione materiale, invece, l’8,5% degli italiani, mentre l’11,3% vive in famiglie a bassa intensità di lavoro (ovvero famiglie con componenti tra i 18 e i 59 anni che nell’anno di riferimento del reddito hanno lavorato meno di un quinto del tempo). Nel complesso, spiega poi l’Istat, è pari al 27,3% del totale (contro il 28,9% del 2017) la popolazione che rientra in almeno una delle tre categoria sopraelencate. Tornando alle ripartizioni territoriali, se il Mezzogiorno registra il livello più alto di rischio povertà o esclusione sociale, il dato più basso si registra invece nel Nord-est con il 14,6%. La diminuzione del valore di questo indicatore riguarda soprattutto i residenti nel Nord-ovest (da 20,7% nel 2017 a 16,8% nel 2018), in particolare per la più marcata riduzione dell’indicatore della grave deprivazione materiale. Si registra un miglioramento delle condizioni di vita anche per le persone che risiedono nel Nord-est (da 16,1% a 14,6%) e nel Centro (da 25,3% a 23,1).