Il continuo rinvio dei problemi che il governo non riesce a risolvere

Palla in tribuna ovvero “l’arte” del rinvio che il Governo giallorosso sta utilizzando ad libitum per far finta di risolvere i problemi che non riesce a risolvere. L’ultimo in ordine di tempo, la riforma del Mes, o Fondo salva-Stati, che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato in due interviste (La Stampa e Fatto Quotidiano) di essere intenzionato a ottenerne il rinvio: «Finché non si firma tutto è in discussione». Missione, oggi, affidata al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, inviato all’Eurogruppo. Lo stesso che, due settimane fa, aveva giudicato impossibile modificare l’accordo di riforma, così come confermato informalmente anche dallo stesso Eurogruppo. Non c’è solo il Mes, l’elenco è tristemente lungo e anche pericolosamente, perché a forza di rinviare i problemi si rischia di arrivare ad uno stallo totale del Paese. Mentre l’esplosione della maggioranza diventa di giorno in giorno sempre più auspicabile. Il muro contro muro in corso tra Pd e M5s sulla riforma della prescrizione firmata dal ministro Bonafede, riforma che, ha avvisato minacciosamente Di Maio, entrerà in vigore a gennaio, rischia di ammorbidirsi, perché le minacce non sembrano spaventare il Pd. E quindi nel governo o si ricorre a una “mediazione” o a un rinvio per evitare una crisi. Sul fronte economico e industriale campeggiano tre questioni, per indicare le più importanti, – visto che al Mise, dove per un anno è stato alla guida anche il leader politico del M5s, di questioni irrisolte ce ne sono a iosa – ovvero ex Ilva, Alitalia (all’ottava proroga) e la Whirlpool di Napoli. Ma anche i tempi della manovra 2020 sembrano dilatarsi alla costante ricerca di coperture finanziarie e di aggiustamenti a misure che non erano state ben ponderate nella maniera più opportuna.