Matteo Salvini non molla. Continua a ribadire che sulla riforma del Mes – il cosiddetto Fondo Salva-Stati – qualcuno non ha detto tutto quello che doveva dire agli italiani. I principali indiziati: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ieri ha riferito in Parlamento sulla questione, e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. O Bruxelles. Secondo il leader della Lega, comunque, il capo del governo deve ancora delle spiegazioni: «Torno in Italia oggi pomeriggio perché il clima è frizzantino e al premier non mancheranno le cose da chiarire su tanti fronti e non lo invidio», ha detto nel corso della conferenza stampa oggi al Parlamento europeo, a Bruxelles. Le Lega è inamovibile dalla sua posizione – «noi non abbiamo cambiato posizione rispetto a sette anni fa» – : così com’è il trattato non va bene e va rivisto. A pensarla allo stesso modo è anche il Movimento 5 stelle, adesso al governo. «La nostra posizione è quella dei 5 stelle, il trattato così come è non è accettabile, va visito, ridiscusso, ridisegnato, emendato che è l’esatto contrario di quello che arrivava ieri da Bruxelles dicendo il pacchetto è chiuso. Mi sembra che il premier abbia diversi problemi, non lo invidio». «Dal nostro punto di vista il trattato» sul Mes «non è emendabile, è da bloccare punto. Quando parlavo di emendabilità riportavo le parole del vice-capogruppo dei 5 stelle Silvestri che esprimeva tutti i suoi dubbi ieri alla Camera. Per noi è una esperienza chiusa, che non è utile né modificare né ripetere», ha aggiunto. La riforma del Mes rappresenta solo uno dei tanti temi europei che la Lega intende cambiare, contando sui tanti deputati leghisti che siedono al Parlamento europeo: «Il gruppo della Lega adesso conta 28 eurodeputati, la nostra collocazione rimane coerentemente per una idea di Europa diversa più vicina al lavoro e alla crescita umana economica e sociale dei popoli e delle donne e degli uomini e siamo contenti perché stiamo contaminando con le nostre proposte di cambiamento anche tutte le altre famiglie politiche. Noi stiamo bene dove stiamo», ha concluso.