L’indice PMI rimane al di sotto dei 50 punti

Nonostante si sia registrato un miglioramento a novembre dell’indice PMI manifatturiero calcolato da IHS Markit, battendo anche le attese, il dato è rimasto ancora molto al di sotto dei 50 punti che, indicando una stagnazione dell’attività, dividono una fase di espansione da una fase di contrazione: 46.9 contro i 45.9 di ottobre ed i 46.6 del consenso. «A livello settoriale – si legge nella nota della società londinese -, sia il sotto-settore dei beni intermedi che quello de beni di investimento hanno riportato contrazioni a novembre, anche se in entrambi i casi i tassi di declino sono stati più deboli. Le condizioni operative del sotto settore dei beni di consumo invece sono rimaste invariate». Osservando gli andamenti delle singole economie considerate dall’indagine si può osservare come le uniche due al di sopra dei 50 punti siano la Grecia (con 54.1 punti, il massimo su tre mesi) e la Francia (con 51,7 punti, il massimo su cinque mesi). In calo l’indice PMI di Irlanda (49.7), Paesi Bassi (49.6) e Italia (47.6, il minimo su otto mesi), mentre registrano miglioramenti Spagna (47.5), Austria (46 punti) e Germania (44.1), che pur registrando il miglior risultato da cinque mesi a questa parte chiude la classifica degli otto paesi interessati dall’analisi. Commentando l’andamento dell’indice, Chris Williamson, Chief Economist presso IHS Markit, ha spiegato: «L’ulteriore crollo della produzione industriale di novembre significa che il settore manifatturiero ha probabilmente agito durante la fine del 2019, e per l’ennesima volta, da forte traino al ribasso per l’intera economia dell’eurozona».

 

Richiamo: L’indicatore di IHS Markit ha però registrato un miglioramento