A ottobre cala la disoccupazione, cresce l’occupazione. Durigon: «I dati Istat sono la migliore risposta ai detrattori di Quota 100 e a chi ha ancora il coraggio di affermare che andrebbe abolita».

Con buona pace di chi non ci ha creduto – e ancora non ci crede – e con grande soddisfazione di chi ha puntato, con il precedente Governo, tutto sul cambiamento, i dati Istat di oggi su occupazione e disoccupazione confermano che la ricetta del governo gialloblu, e in particolare la doppia spinta rappresentata da Quota 100, anticipare la pensione per liberare posti di lavoro, ha funzionato. Lo dicono i dati: a ottobre il tasso di occupazione sale al 59,2% (+0,1 punti percentuali) e allo stesso tempo il tasso di disoccupazione scende al 9,7% (-0,2 punti percentuali), andamento, come ha spiegato l’Istituto di Statistica, che è la sintesi di un marcato calo per gli uomini (-3,9%, pari a -52 mila unità) e di un lieve aumento tra la donne (+0,7%, pari a +8 mila unità), coinvolgendo tutte le classi d’età tranne gli ultracinquantenni. Quanto all’occupazione è in aumento per entrambe le componenti di genere. Cresce tra gli over 35 (+49 mila), cala lievemente tra i 25-34enni ed è stabile tra gli under 25. L’incremento dell’occupazione è dovuto alla crescita degli indipendenti (+38 mila) e dei dipendenti a termine (+6 mila) mentre risultano sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti. Solamente due giorni fa l’Ocse, nel report “Pensions at a Glance”, ha detto che in Italia si va in pensione troppo presto – calcolando l’età effettiva di pensionamento a 62 anni – rispetto all’aspettativa di vita media e che quindi «l’aumento dell’età effettiva di pensionamento dovrebbe essere una priorità», limitando «gli indebiti sussidi al prepensionamento», legando l’età pensionabile all’attesa di vita. Insomma tornando a chiedere la cancellazione di Quota 100. Oggi su Repubblica un’analisi di Tito Boeri, ex presidente (non proprio rimpianto) dell’Inps, che si dilunga in un articolo a spiegare come Quota 100 sia soltanto una «grande illusione», capace di «distruggere nuovi lavori invece di crearli». Ma i numeri dell’Istat dicono l’opposto. Come ha notato l’On. Claudio Durigon (Lega), ex vice segretario generale dell’Ugl, oggi membro della Commissione Lavoro della Camera e ex Sottosegretario al Lavoro nel governo gialloblu, ma soprattutto padre di Quota 100 «ancora una volta viene confermato il trend dell’aumento degli occupati che da gennaio sono 217mila e, guarda caso, tra Ape sociale, opzione donna e lavoratori andati in pensione grazie a Quota 100 si superano 230 mila unità. Come si può negare che questi dati positivi non siano ascrivibili in gran parte proprio a Quota 100?» .