Dal Nord Ovest alla Calabria, Italia flagellata da anni di incuria
Il maltempo non intende dare tregua all’Italia, mentre enormi sono i danni già procurati alle infrastrutture e in agricoltura. Basti pensare che in 15 giorni in alcune aree del Piemonte e della Liguria si è già verificato il 50% delle precipitazioni di un solo anno. Rossa l’allerta in Emilia Romagna per il Po, mentre in Piemonte è passata a arancione quella per le valanghe. Il Nord Ovest è flagellato da forti piogge, con conseguente innalzamento dei corsi d’acqua e rischio valanghe, rendendo necessaria la chiusura di alcune strade statali in Liguria, Lombardia e Piemonte. Nelle ultime 48 ore i vigili del fuoco hanno effettuato oltre 2.300 interventi di soccorso tra Piemonte, Liguria e Campania, regioni più colpite dall’ondata di maltempo, con un impiego complessivo di 2.500 uomini. Solo in Liguria 962 interventi tra le province di Genova, Savona e Imperia e dove è crollato il viadotto sulla A6 all’altezza di Altare. Sull’autostrada sono al lavoro 90 vigili del fuoco per le operazioni di messa in sicurezza dell’area, rese più complicate dal pericolo di un’ulteriore colata di fango nella zona già franata. Più di mille gli interventi in Piemonte, tra le province di Torino, Alessandria e Cuneo. Situazione difficile anche in Calabria dove sono stati 330 gli interventi nelle ultime 24 ore tra Reggio Calabria e Catanzaro. In Lombardia, i pompieri sono impegnati a Pavia, nel quartiere Borgo Ticino, dopo l’esondazione del Ticino. «Si stima che circa il 90% delle problematiche legate alle infrastrutture italiane siano determinate non da fattori strutturali, bensì dovute a criticità idrogeologiche», ha detto Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, spiegando che il crollo del viadotto Madonna del Monte sull’A6 Torino-Savona, causato da una frana, è un evento «simile a quello di qualche anno fa in Sicilia che interessò il viadotto di Scillato» e così anche il crollo del ponte sul Rio Santa Lucia, della statale n.195 tra Cagliari e Capoterra dello scorso anno, «ma sono purtroppo tante le criticità di tipo idrogeomorfologico che interessano le infrastrutture del Paese». Cosa fare? Per Peduto: «Prevenzione, manutenzione del territorio e delle infrastrutture, monitoraggi strumentali, satellitari e tecnico-esperti attraverso il presidio territoriale», ripete ogni volta che accadono eventi simili. Oggi il premier Giuseppe Conte, parlando a Melfi dove ha visitato lo stabilimento della Fca, ha detto che «adottare un piano per lavorare sulla prevenzione, non significa risolvere i problemi», ecco perché «sono stati stanziati 11 miliardi su base pluriennale: ora dobbiamo spendere questi soldi, accelerare con opere e cantieri che ci consentano di contrastare il dissesto idrogeologico». Nel frattempo, e per fortuna senza danni, si è verificato uno sciame sismico nel Sannio e nel Beneventano.