Forte allarme occupazione fuori e dentro lo stabilimento di Taranto

Taranto, senza l’Ilva, rischia di diventare un porto delle nebbie. In senso letterale, perché dal territorio si fa osservare come la chiusura dello stabilimento siderurgico avrebbe un impatto devastante non solo sulla miriade delle piccole e medie imprese che lavorano nell’indotto, ma sullo stesso porto che opera per l’80% proprio in stretta sinergia con il colosso già di proprietà della famiglia Riva. Intanto, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil ed Ugl sono tornati a chiedere un incontro urgente con il presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, reduce a sua volta da un vertice con la proprietà indiana di MittalArcelor. Il premier continua a manifestare ottimismo, minimizzando la questione dello scudo legale, ma sullo sfondo si profilano nuovi e più consistenti esuberi, rispetto a quanto previsti nei precedenti accordi sottoscritti dalla proprietà in sede ministeriale, una opzione che le sigle sindacali vorrebbero scongiurare.