Il ministero punta anche ad un confronto su rappresentanza e rappresentatività

Riparte il tavolo sul salario minimo legale, anche se, più di ripartenza, si dovrebbe parlare di verifica dello stato dell’arte. Il ministero del lavoro ha infatti riunito i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal, Confsal ed Usb per fare il punto della situazione, dopo una attesa che si prolungava da tempo. È sufficiente ricordare come nell’ultimo incontro che si era tenuto alla vigilia della pausa estiva l’attuale responsabile del dicastero di via Veneto, Nunzia Catalfo, era ancora presidente della commissione lavoro del Senato. Un paio d’ore in tutto per ribadire le rispettive posizioni, rimandando la discussione vera a gennaio, dopo l’approvazione della legge di bilancio. La novità principale, però, è un’altra, vale a dire la volontà del governo – o quanto meno del ministero del lavoro – di aprire un tavolo parallelo su di una legge in materia di rappresentanza e rappresentatività, altro tema molto dibattuto, sul quale, verosimilmente, le stesse posizioni sindacali potrebbero essere molto più divergenti rispetto alla questione del salario minimo legale. Su quest’ultimo aspetto, infatti, al netto di qualche distinguo, in particolare di Usb, praticamente tutte le sigle sindacali sostengono la centralità della contrattazione collettiva che oggi copre, almeno sulla carta, circa l’85-90% della platea dei lavoratori, un numero importante, pure considerando il peso del sommerso in Italia.