Come era facile prevedere, la carica degli emendamenti al disegno di legge di bilancio è partita decisamente forte, anche all’interno della stessa maggioranza di governo, dalla quale sono arrivate 1.700 delle 4.500 proposte di modifica. In attesa di capire quale sarà la reazione del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che ha proposto una sorta di conclave con i ministri e i leader di partito, trovando peraltro un riscontro a dir poco tiepido, il provvedimento attualmente in Senato non sembra offrire particolari note di entusiasmo per il lavoro dipendente. Detto del taglio del cuneo fiscale, tutto da definire nei modi e nei tempi, si segnala la riproposizione di alcuni incentivi all’occupazione. Trova infatti conferma il bonus per l’assunzione di giovani con meno di 35 anni, utilizzabile in tutta Italia, che nel Mezzogiorno si estende anche ai disoccupati di lunga durata con età superiore. Occorre però ricordare, come ha fatto l’Inapp la scorsa settimana, che le imprese sono scarsamente influenzate dalla presenza o meno di incentivi all’occupazione. In pratica, poco più di 5 assunzioni su 100 sono riconducibili agli incentivi. Considerando che larga parte dei piani di rilancio dell’economia è rimandata alla riconversione verde, che richiede tempo, è evidente che il 2020 non produrrà la necessaria inversione di tendenza nel mondo del lavoro, in particolare sul versante disoccupazione.