Il governo è accerchiato dalle emergenze Ex Ilva, Venezia e Manovra. Rimasti da soli a difendersi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri

Palazzo Chigi è finito in un vero e proprio triangolo delle Bermuda tra ex Ilva, Venezia e Manovra. Per il sito siderurgico di Taranto le notizie di ora in ora diventano sempre più preoccupanti: mentre si attende per oggi l’incontro al Mise tra governo, sindacati e “tecnicamente” anche l’azienda, che ieri ha annunciato la programmazione dello spegnimento degli altoforni (entro il 15 gennaio), fatto che metterebbe Taranto fuori da qualsiasi possibilità di produrre e quindi di stare sul mercato, le rappresentanze sindacali unitarie e tutti i lavoratori della ditta ‘Pietro Lacaita’, impegnati nei cantieri di ArcelorMittal, Arsenale e Torricella di Taranto, hanno proclamato uno sciopero dalle 7 di oggi fino a fine turno dopo che l’azienda ha comunicato ufficialmente che le retribuzioni del mese di ottobre 2019 «saranno riconosciute a data da destinarsi», a causa «dei mancati pagamenti delle fatture scadute da parte della committente ArcelorMittal». Nel frattempo la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sull’ex Ilva ravvisando «il preminente interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessità economico-produttive del paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale», mentre ArcelorMittal ha confermato che sarà completata entro il 4 dicembre la retrocessione dei rami d’azienda di Taranto con anche una parziale sospensione dell’esercizio della centrale elettrica operata da ArcelorMittal Italy Energy. Venezia è stata funestata da un’altra marea che ha toccato stamattina alle 11.26 il metro e 54 di altezza, a Burano di 149 centimetri e a Chioggia di 146. Allagato il 70% del centro storico, sospesa la circolazione dei vaporetti in tutta Venezia. Il sindaco Brugnaro e il governatore Luca Zaia hanno effettuato sopralluoghi nelle zone più allagate, attorno a piazza S. Marco, mentre i turisti sono chiusi negli alberghi e i negozianti intenti a limitare i danni. Mentre il maltempo continua a flagellare il Centro Nord, la Manovra, al momento in terzo piano rispetto alle due emergenze sociali e economiche di Taranto e Venezia, sembra la Fabbrica di San Pietro ovvero un cantiere sempre aperto. Come nel caso dell’emendamento al dl fisco che chiede di tagliare l’Iva sugli assorbenti dal 22% al 10, di cui è prima firmataria Laura Boldrini presentato insieme a 32 deputate di maggioranza e opposizione, che la commissione Finanze della Camera ha riammesso oggi, dopo averlo considerato inammissibile (per la seconda volta) appena due giorni fa. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ieri si era raccomandato alle forze di maggioranza, in costante fibrillazione, di non stravolgere il testo e di ritrovare in Parlamento «spirito di coesione», ma il leader del Pd, Nicola Zingaretti, e quello di Italia Viva, Matteo Renzi, si erano già rivolti pesanti invettive sui social. Sempre più evidente che la Manovra 2019 sono rimasti a difenderla solo Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.