Il ministro Altaimer: «Numeri ancora troppo deboli»

Secondo le stime preliminari dell’Eurostat, nel corso del terzo trimestre del 2019 il Prodotto interno lordo dell’Eurozona è aumentato dello 0,2% (+0,3% nell’Ue) rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+1,3% nell’Ue). Fanalino di coda risultano essere le economie italiana, tedesca, austriaca e lituana, tutte con una crescita dello 0,1%. In Germania, in particolare, l’andamento del Pil è stato migliore delle attese – le previsioni indicavano una recessione – e ha invertito la tendenza rispetto al trimestre precedente, quando l’economia tedesca ha riportato una contrazione dello 0,2%. A trainare la ripresa sono state la spesa delle famiglie e quella pubblica. In crescita anche le esportazioni che, grazie ad sostanziale stabilità dell’import, hanno influito positivamente sul saldo commerciale con l’estero. Commentando il risultato, il ministro dell’Economia Peter Altaimer ha sottolineato che, nonostante non ci sia stata una recessione tecnica «i numeri sulla crescita sono ancora molto deboli». Qualche settimana fa, infatti, i principali istituti statistici tedeschi – Diw, Iwh, Ifo, Ifw e Rwi – hanno tagliato le stime di crescita della Germania, abbassandole al +0,5% dal +0,8% delle rilevazioni di aprile. Anche le ultime rilevazioni di IHS Markit mostrano un andamento debole per l’economica tedesca, con l’indice PMI composito tedesco che si attesta ancora una volta in al di sotto dei 50 punti che delimitano una fase di contrazione dell’attività economica da una fase di espansione. Come spiega la società londinese, la Germania è l’unico Paese tra quelli monitorati che attualmente si trova in fase di contrazione.