di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Oggi ricorre il 16° anniversario della strage in cui morirono 19 italiani a Nassirya. Proprio ieri l’Isis ha rivendicato l’attacco esplosivo di domenica ai militari italiani in Iraq, nel quale in cinque sono rimasti feriti, di cui tre in modo grave. Non basta esprimere doverosi sentimenti di vicinanza ai militari, e alle loro famiglie, coinvolti nell’attentato, ma occorre sottolineare quanto poco si riflette e si parla qui in Italia delle missioni condotte da tutte le Forze Armate mirate a incoraggiare i processi di pace e combattere il terrorismo. Attività di peacekeeping in uno scenario di guerra, dunque altamente pericolose. Il fatto che i nostri militari ne siano più che consapevoli, cioè preparati, non ne diminuisce la gravità e il valore. Basti pensare che l’attentato di domenica è avvenuto contro un team che stava svolgendo attività di addestramento («mentoring and training») in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis.
«L’esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti», ha affermato oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata dedicata al ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali. Siamo d’accordo con lui. I nostri soldati non sono impegnati “solamente” a sconfiggere un pericoloso gruppo di terroristi internazionali, ma anche a difendere la popolazione e i diritti umani. So di cosa parlo: nel 1982, ho partecipato alla missione “Libano 2”, a Beirut, come sottufficiale paracadutista del Battaglione San Marco, una missione fuori dai confini italiani per difendere la popolazione civile.
È quindi con profonda convinzione che invito tutti a rendere onore ai nostri soldati, caduti per difendere la democrazia e la sicurezza internazionale, e a quelli che rischiano la propria vita nelle missioni all’estero. Alla luce degli ultimi avvenimenti e del ricordo di una pagina triste per la storia del nostro Paese, non dobbiamo dimenticare le importantissime missioni dei militari italiani nelle diverse aree di crisi nel mondo.