Dopo l’Ugl, anche diverse federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil si lamentano
L’audizione di oggi in Parlamento sul decreto legge fiscale ha rappresentato soltanto il primo tempo di una partita che avrà il suo seguito lunedì con il più atteso intervento sulla legge di bilancio. I sindacati confederali, con sfaccettature diverse, non sono convinti appieno della manovra che il governo sta mettendo in campo sul versante del lavoro e delle politiche sociali. Lo ha detto chiaramente l’Ugl, lo stanno dicendo anche diverse federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil, scontente per le misure proposte dal sindacato. Sono poche le risorse per i rinnovi dei contratti del pubblico impiego, così come manca un intervento di valorizzazione del personale delle amministrazioni, compreso l’atteso rilancio dell’occupazione in settori vitali, come la sicurezza, la salute, passando per il necessario rafforzamento delle attività ispettive per contrastare la drammatica escalation di infortuni sul lavoro. Sul versante del lavoro privato, il caso Ilva si aggiunge alla tante crisi aperte per le quali già fra poche settimane verrà meno, in molti casi, la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali. Il tutto, senza dimenticare Alitalia e Whirlpool. Sulle pensioni, scongiurato al momento ogni taglio a Quota 100, si ripropongono l’Ape sociale e Opzione donna, rinviando nei fatti al 2021 ogni ipotesi di riforma strutturale. La rivalutazione degli assegni pensionistici, intanto, si rivela una beffa.