La maggioranza è divisa su tutto: dalla plastic tax ai fringe benefit per le auto aziendali, M5s e Pd sempre più in disaccordo

Inizia domani l’esame della legge di bilancio al Senato. Seguiranno le audizioni congiunte, che dovrebbero tenersi tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Il provvedimento, che si compone di 119 articoli, è arrivato in parlamento ben oltre il termine fissato dalla legge ovvero il 20 ottobre e così restano meno di due mesi per l’esame della manovra, che va approvata entro il 31 dicembre. Tra i capitoli già al centro della discussione, per possibili modifiche che potrebbero essere introdotte nel corso dell’iter parlamentare, la plastic tax e la stretta sulla tassazione del fringe benefit per le auto aziendali. Mentre il decreto legge fiscale, che è la seconda parte della manovra, ha iniziato il turno di audizioni alla Camera, ed è atteso nell’aula di Montecitorio a partire dal 4 novembre e dovrà essere licenziato entro il giorno di Natale. Non c’è solo la difficoltà tecnica, tra le due assemblee, di coordinare i due provvedimenti affinché arrivino alla loro versione definitiva entro i termini stabiliti dalla legge. C’è soprattutto quella politica. Il Governo, per bocca del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha dichiarato anche oggi di aprire la possibilità di modifiche in particolare sulla plastic tax. Fino ad oggi il Governo ha sempre fatto orecchie da mercante davanti al grido di allarme delle aziende e dei settori coinvolti. Ma qualche mattone nel “muro” si è sgretolato. L’Italia è leader mondiale del packaging, le aziende migliori si trovano tutte sulla via Emilia. La Lega e Forza Italia ha promesso battaglia e per i giallorossi si mette male. Da qui a pochi mesi ci saranno le elezioni regionali in Emilia Romagna, dove è sorto il distretto industriale di 228 imprese e oltre 17mila occupati solo nell’imballaggio, che realizza un fatturato annuo pari a 3 miliardi di euro. La tassa può rivelarsi oltre che un buco nell’acqua in termini ambientali – Legambiente ha detto che dovrebbe essere formulata diversamente, pur apprezzandola in termini di principio – soprattutto un disastro economico e  politico. Stesso effetto rischiano di produrre la sugar tax e quella sulle auto aziendali, senza dimenticare l’uscita di Arcelor Mittal da Ilva.  Plastic tax, sugar tax e auto aziendali – cavalli di battaglia del M5s – faranno racimolare al Governo meno di 2 milioni di tasse. Per questo Italia Viva di Matteo Renzi propone di far slittare il taglio del cuneo fiscale – cavallo di battaglia del Pd – e realizzare cassa senza nuove tasse inique o comunque rimodulandole – e per Italia Viva significa conquistare nuovi voti. Non c’è bisogno di essere politologi o veggenti per capire che il Governo giallorosso rischia o prima o poi o per un motivo o per un altro di deflagare.