di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In questo fine settimana dedicato alle celebrazioni in memoria dei defunti, vogliamo ricordare ancora una volta su La Meta Serale, quotidiano del nostro sindacato, le vittime del lavoro in Italia. Non ci stancheremo mai di puntare i riflettori su questa tragedia silenziosa, almeno finché la serie degli incidenti non inizierà a diminuire sensibilmente. Per questo, anche negli scorsi giorni, abbiamo riproposto la nostra iniziativa “lavorare per vivere”. Ad Arezzo, con 81 sagome in ricordo delle persone che hanno perso sul lavoro in Toscana nel corso del 2018, con proprio la città di Arezzo ai vertici delle classifiche nazionali per numero di morti bianche, e poi a Latina, con 92 sagome installate a rappresentare le vittime del lavoro nella Regione Lazio, sempre nel 2018. Nel complesso lo scorso anno abbiamo contato 1.133 i decessi sui posti di lavoro, 104 in più rispetto al 2017. E già nel corso del 2019 contiamo più di 700 incidenti mortali. L’obiettivo al quale aspiriamo, mediante l’uso della rappresentazione offerta dalle sagome, è quello di avvicinare l’opinione pubblica, i lavoratori, i datori di lavoro, i mass-media, i decisori politici a un problema che forse le “fredde” statistiche che vengono proposte solitamente non sono in grado di raffigurare in tutta la sua drammaticità. Facendo in modo che ognuno possa vedere con i propri occhi, osservando le nostre silhouette di cartone, quanto sia alto il numero delle persone che oggi non ci sono più a causa di incidenti sul lavoro, con le sagome che riempiono le piazze, speriamo, invece, di riuscire sensibilizzare in modo più profondo le persone su questo importantissimo tema. Come le feste di novembre della nostra tradizione rappresentano in un certo qual modo un passaggio di consegne fra i morti e i vivi e il legame fra le generazioni, mescolando la memoria del passato e la speranza per il domani, così, anche sulla questione della salute e della sicurezza sul lavoro, riteniamo che ricordare adeguatamente le vittime significa non solo rendere doverosamente omaggio a chi non c’è più, ma anche cercare di fare in modo che nel futuro le cose possano migliorare e che si riducano il più possibile le morti sul lavoro. Anche e soprattutto investendo sulle prossime generazioni di lavoratori e imprenditori. Per questo, accanto alla richiesta di buone leggi su salute e sicurezza, maggiori e più efficaci controlli e formazione per chi già è in attività, al centro della nostra proposta c’è l’inserimento in tutte le scuole superiori di una specifica materia d’insegnamento dedicata alla salute e alla sicurezza sul lavoro. In questo modo la cultura della sicurezza diverrebbe parte integrante del percorso educativo degli studenti e le nuove generazioni potrebbero crescere con una maggiore consapevolezza, da traghettare poi nel mondo del lavoro, per un futuro migliore.